Gasolio: di cosa si tratta esattamente?
Gasolio: cos’è di preciso a livello pratico? Scopriamolo insieme in alcune righe di approfondimento!
Il gasolio trova le sue prime applicazioni in ambito meccanico tra il 1893 e il 1897 quando nelle officine
della MAN (Maschinenfabrik Augsburg Nuremberg) di Augusta, Rudolf Diesel eseguiva le prime ricerche che hanno poi portato all’invenzione del motore Diesel. Il suo nome deriva dall’essere stato utilizzato, in
passato, per ottenere il gas d’olio minerale, mediante vaporizzazione e pirolisi.
Il gasolio è una miscela contenente idrocarburi alifatici (anche ciclici) da 13 a 18 atomi di carbonio e
paraffine.
Il gasolio, avendo il punto di infiammabilità a una temperatura più alta rispetto alla benzina, è meno
infiammabile e quindi intrinsecamente più sicuro della benzina. Le specifiche caratteristiche sono legate
all’impiego finale del combustibile.
Gasolio: il metodo di produzione del gasolio
Il metodo di produzione classico del gasolio avviene mediante distillazione frazionata del petrolio greggio
con temperatura media d’uscita dalla torre di frazionamento di circa 350 °C.
Il gasolio può essere prodotto anche mediante processo di cracking in cui idrocarburi di maggior peso
molecolare sono frammentati in presenza di un catalizzatore oppure mediante processo di trasformazione
del metano in alcani a lunga catena, prendendo il nome di GTL (Gas To Liquid).
L’analogo biocombustibile, simile per caratteristiche ed impiego, derivato da fonti rinnovabile è detto
biodiesel.
Pratica attuale: il gasolio, produzione
Nella pratica attuale vengono spesso impiegate miscele di gasoli prodotti con le diverse tecniche
mantenendo come base il petrodiesel, al fine di ottimizzare la produzione minimizzando i limiti intrinseci di
ogni tecnologia: per esempio, la forte dipendenza dalla qualità del greggio per i distillati, il costo del
processo di cracking e le difficoltà di stoccaggio del biodiesel.